The Generative Al Infrastructure Stack. Credit Sequoia

La democrazia scomparsa dentro la rivoluzione digitale.

C’è una relazione potente tra le forme geografiche, la politica e l’evoluzione delle strutture sociali nella società contemporanea. Gli stati moderni sono dotati di un territorio la cui natura è cartografica, fatta cioè dalla mappe. Ma la mappa non è la copia di ciò che esiste. Nel caso dello Stato, lo Stato è la copia della mappa. È la mappa che determina lo Stato. Lo Stato funziona perchè lo abbiamo costruito come fosse una mappa. Lo concepiamo come un mappa e solo per questo lo possiamo governare perchè lo abbiamo ridotto a una mappa. Il grande geografo Franco Farinelli ricorda ”La continuità, l’omogeneità e l’isotropismo, cioè le tre proprietà della distesa spaziale, della faccia della Terra ridotta a distesa unica, sono esattamente quelle che nella geometria classica definiscono la natura geometrica di un’estensione. Per Euclide un’estensione si dice geometrica appunto quando essa è continua, omogenea e isotropica. Cioè quando è tutta un pezzo, quando è fatta tutta della stessa sostanza, e quando tutte le parti sono funzionalmente voltate in una stessa direzione. Lo Stato moderno è la copia di questo modello, vale a dire che esso è la copia di una mappa, il dispositivo che trasmette al territorio la sua struttura geometrica. In altri termini bisogna rovesciare quello che fin da piccoli ci hanno insegnato, o meglio implicitamente lasciato credere: prima viene la mappa, la determinazione della qualità, delle proprietà spaziali dell’oggetto Stato che deve uniformarsi, adeguarsi ad esse, e poi lo Stato stesso.”

Lo Stato cosi come è stato istituito, anzi disegnato, non ha più senso di esistere perchè non è in grado di affrontare la trasformazione sociale e economica che il digitale sta attuando. E la democrazia che lo Stato dovrebbe mantenere soffre e è inadeguata. Le fondamenta che giustificano e rendono efficace il sistema democratico non appaiono più sufficientemente robuste per convincere. Si solleva, pertanto, un dubbio sulla capacità del potere politico, dello Stato e della democrazia di adempiere alle loro funzioni, Credo sia giusto mettere in discussione lei come gli Stati. In breve a cosa serve lo Stato e la democrazia nel mondo dei social e del digitale, per definizione metaterritoriali?  Metaterritoriali significa che non hanno bisogno per esistere, svilupparsi e governare delle tre proprietà della distesa spaziale definite da Farinelli. Se la democrazia liberale nasce con la rivoluzione industriale e con l’avvento delle vecchie tecnologie comunicative come il telegrafo, la radio, il telefono e la televisione e se il sistema politico odierno è un prodotto del sistema economico; è possibile oggi con il digitale e la AI mantenere lo Stato e la democrazia? Ci sono state nella storia molte, piccole, democrazie come le prime comunità agricole o quelle cacciatori o le città stato come Atene ma non ci sono state fino al ventesimo secolo esempi di democrazia fatta di grandi numeri, di milioni di persone su territori molto estesi, come possono essere le nazioni, che siano riuscite a mantenere e curare la democrazia in una pace duratura e in un progresso sostenibile. La democrazia è sedersi intorno a un tavolo e immaginare il futuro in relazione e in reciprocità. La democrazia è conversazione, e fino a oggi, non è mai esistita un tecnologia cosi potente che abbia permesso a milioni di persone di conversare, di scambiarsi informazioni e conoscenza a tempo zero. Non abbiamo oggi la mappa di uno Stato democratico. E molto probabilmente non l’avremo neppure domani con l’arrivo potente e prepotente di un altra forma digitale, sintetica, la AI. Finora ho parlato di digitale e AI come se fossero entità aliene che arrivano da pianeti lontani. Ma non è cosi. Il digitale e la AI non sono neutri. La frase che sentiamo spesso “La tecnologia non è buona ne cattiva, dipende dall’uso che se ne fa”, è inutile e divisiva. La tecnologia ha un’essenza, e la sue essenza è la trasformazione del Globo in un Globo migliore per la vita, essere umano e natura. Tornerò presto anche su questo concetto. Per ora la tecnologia è in mano a grandi aziende che sviluppano algoritmi e piattaforme per generare profitto a scapito di tutto il resto, anche della democrazia e dello Stato. Che fare dunque? Proviamo a ricercare un metodo che definisca processi deliberativi del digitale e della AI. Costruiamo e definiamo delle AI e delle piattaforme digitali che tendano al bene comune magari passando da una prima fase di proprietà collettive. Sviluppo, accesso e uso di queste risorse gestito dalle comunità che le deliberano. È un grande lavoro da fare insieme tra tutte le donne e gli uomini di buona volontà. La mappa del digitale non è ancora definita spetta alle comunità il compito di disegnare la nuova democrazia e i nuovi Stati prima che lo faccia qualcun’altro, magari di non umano.

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Leggete il bel libro di Vili Lehdonvirta “Cloud Empire”, edizione Piccola Biblioteca Einaudi, per capire come le piattaforme digitali stanno superando gli Stati e e la democrazia.

“Le società che amministrano piattaforme digitali come Airbnb, Amazon, Apple, eBay, Google, Uber e Upwork hanno oggi al loro servizio migliaia di persone come la Khan per gestire le controversie. La sola eBay afferma di aver risolto piú di 60 milioni di controversie in un singolo anno2. Nel periodo corrispondente, il sistema giudiziario del Regno Unito gestí circa 4 milioni di casi, i tribunali cinesi circa 11 milioni e quelli statunitensi circa 90 milioni, la maggior parte dei quali erano infrazioni del codice della strada. In altre parole, oggi probabilmente le società di piattaforme risolvono insieme piú controversie dei tribunali pubblici di tutto il mondo. Questo non accade solo perché le persone litigano di piú su internet, il che potrebbe comunque essere vero. Riflette semplicemente il fatto che tante delle nostre interazioni quotidiane si svolgono oggi attraverso queste piattaforme. “

E poi anche “Il Teleios” di Vaccaro-Staffolani. edizioni Le Lettere, per una introduzione straordinaria all’essenza della tecnologia.