C’è una nuova colonizzazione in Africa, tra l’estrazione insostenibile dei dati delle persone e delle Terre Rare. L’intelligenza artificiale è vista come un ecosistema tra tecnologia e socialità e gli ambienti in cui è sviluppata sono di fatto connessi a questi aspetti sociali. Come immaginiamo e costruiamo la tecnologia collegata alla AI dipende dal sistema sociale in cui viviamo tanto che gli scenari di sviluppo e di applicazione sono molto diversi tra culture diverse e i valori sociali e culturali sono parte importante nel design della tecnologia. Le tecnologie dell’intelligenza artificiale aumentano le divisioni sociali e i gruppi deboli non sono i primi a beneficiare dei risultati positivi. I principi della AI non sono solo parole, guidano la pratica e comportamenti delle persone. I sistemi di AI cambiano la cultura locale e i comportamenti. Pensare che siano sempre solo sistemi buoni e utili non aiuta. Meglio vederli almeno inizialmente come modelli che disturbano e creano tensioni e attriti sociali. La AI che entra in una comunità è come una pianta infestante che entra in una piantagione con un ecosistema ben definito. L’approccio deve essere critico, di ricerca e di comprensione per capire se quella pianta puoi aiutare davvero l’ecosistema. Un sistema di AI che entra in un ecosistema lo modifica e trasforma anche se stesso in qualcosa di nuovo. L’intelligenza artificiale assume forme diverse a seconda delle culture che incontra e le modifica.
Il 12 luglio a ISPOCAB, un’università cattolica dell’Angola parleremo anche di questo; da parte mia spero di riuscire a imparare e a capire dalle comunità che incontrerò un contesto della AI che è completamente diverso da quello conosco in Europa. Grazie al Rettore prof. Adriano Ukwatchali.