L’intelligenza artificiale è la nuova arpa eolica per la musica

L’incursione dell’intelligenza artificiale  nel mondo della musica sta sollevando interrogativi intriganti e complessi. Le recenti evoluzioni tecnologiche hanno portato alla nascita di piattaforme musicali basate sull’IA, le quali stanno trasformando il panorama musicale in modi inaspettati e talvolta discutibili. Queste piattaforme, con le loro creazioni, oscillano tra sonorità innovative e armonie incomprensibili, sconfinando in un territorio che alcuni potrebbero esitare a definire “musica”.

Recentemente, la diffusione dell’IA si è manifestata in vari modi: dalla trasformazione di immagini ordinarie in opere d’arte elaborate, alla creazione di video deepfake che stravolgono l’identità di personaggi noti, fino ai chatbot che dimostrano livelli sorprendenti di apparente coscienza. Questa espansione ha interessato anche il settore musicale, con computer impiegati come compositori, sfumando la linea tra fantasia e realtà.

Nel contesto mainstream, la musica generata dall’IA è diventata una presenza costante, impiegata nella sonorizzazione di annunci pubblicitari e nel fornire contesti emotivi per video su piattaforme social. La tecnologia sta rapidamente diventando un elemento fondamentale della cultura popolare. Esempi di questo fenomeno includono l’acquisizione di Jukedeck da parte di ByteDance nel 2019 e l’acquisto di Amper Music da parte di Shutterstock nel 2020. Queste piattaforme permettono la generazione automatica di musica basata su parametri specifici, offrendo così nuove opportunità per la creazione di contenuti musicali di qualsiasi tipo.

Ci sono, tuttavia, visioni contrastanti riguardo all’impiego dell’IA in musica. Alcuni vedono in essa una minaccia per l’autenticità e la profondità dell’esperienza musicale. Si argomenta che questa tecnologia produca musica infinita, priva di una vera composizione, paragonandola a una sorta di “musica da ascensore” priva di anima. La preoccupazione principale è che, pur riuscendo a generare suoni che assomigliano alla musica, questi sistemi manchino di un’essenziale comprensione artistica e emotiva, risultando in creazioni che possono risultare disturbanti o inquietanti.

Nonostante ciò, l’IA ha il potenziale di ampliare enormemente l’accesso alla musica e agli strumenti per crearla. Il suo impiego non si limita solo a esecutori virtuosi, ma si estende anche a musicisti non professionisti e appassionati, con lo sviluppo di strumenti interattivi e linguaggi di composizione accessibili. Questi progressi suggeriscono che l’IA possa avere un ruolo significativo nell’avanzamento della composizione musicale, della performance e dell’apprendimento.

L’impiego dell’IA nella musica si ispira a esperimenti storici di automatizzazione musicale. Già nelle antiche civiltà infatti strumenti come le arpe eoliche utilizzavano le forze della natura per produrre suoni. Con il passare dei secoli, la tecnologia musicale si è evoluta con l’introduzione di organi meccanici, automi musicali e altri dispositivi che hanno spianato la strada all’automazione musicale.

Nel XX secolo, l’arrivo della sintesi analogica e delle sequenze ha introdotto un’era di musica programmabile, con esperimenti di artisti influenti che hanno definito generi come la musica ambient. Il vero cambiamento si è verificato negli anni ’80 con l’introduzione del MIDI, un linguaggio musicale digitale che ha trasformato radicalmente il modo in cui la musica veniva concepita e realizzata.

L’IA ha portato questa evoluzione a un nuovo livello. Sistemi come Jukebox di OpenAI e MusicLM di Google dimostrano come l’IA possa generare musica da descrizioni testuali, spaziando da melodie semplici a composizioni più complesse. Tuttavia, la sfida rimane quella di conferire a queste creazioni un senso di autenticità e profondità emotiva

Il dibattito sull’IA in musica riflette una tensione più ampia tra tecnologia e umanità.L’incorporazione dell’IA nel mondo della musica rappresenta un campo in rapido sviluppo, ricco di potenzialità creative ma anche di importanti interrogativi etici e filosofici. Mentre l’IA continua a evolversi, il suo impatto sulla musica e sulla nostra percezione di ciò che è autenticamente “umano” rimarrà un argomento di fondamentale importanza nel dibattito culturale e tecnologico.