Nella didattica digitale esiste anche un divide del luogo.

Cosa ho imparato in questi giorni sulla didattica digitale: al di là del digital divide che esiste dentro una classe scolastica, quindi chi ha un tablet o pc più veloce, una connessione con più banda, esiste un divide del luogo. Molti ragazze e ragazzi sono costretti a videoconferenze in case con una sola stanza, magari con il fratellino che urla, con madri e padri impegnati. Urla, musica, disattenzioni. Come restare concentrati? Non basta chiudere il microfono mentre non si parla per non disturbare gli altri. Anche i ragazzi non dovrebbero essere disturbati, ma spesso non è possibile.
Le lezioni online: non basta mostrare un video, quello si può fare anche in un aula fisica. Non serve replicare le 5 ore di lezioni al mattina di 50/55 minuti ognuna. Meglio lezioni di 30 minuti distribuiti nella giornata. Calendario e orario sono nel digitale per forza diversi. L’interrogazione classica serve a poco, meglio far raccontare i ragazzi, stimolarli a produrre contenuti a voce ma anche scritti e multimediali. L’insegnante deve fare un grande lavoro di ricerca sul web. Se trova una cosa interessante, prima di linkarla ai ragazzi meglio cercarne una ancora migliore, spesso la si trova.
Ho imparato poi che scrivere con la tastiera non è la stessa cosa che scrivere a penna, non ci si può aspettare che il risultato, compiti, diario, temi,  sia lo stesso.
Infine, spesso i ragazzi e le ragazze che in classe partecipano poco, nel digitale sono i più attivi. Partecipano e sono protagonisti; al ritorno a scuola prima di giudicarli forse sarebbe interessante chiedersi il perchè.
Come scrive Enrica Ottone su Twitter “…dobbiamo ripensare anche gli obiettivi oltre alle modalità di lezione.”
Sono appunti veloci sulla didattica digitale. Non sono certo preparato su questi temi, sono solo osservazioni empiriche tra figli, amici insegnanti e dirigenti. A chi però lo è e ha voglia cedo qui lo spazio per discuterne, sarebbe un regalo.
Grazie