L’avvento da speranza al futuro dei robot

San Giovanni Battista in meditazione, di Hieronymus Bosch, Museo Lázaro Galdiano di Madrid.

San Giovanni Battista in meditazione, di Hieronymus Bosch, Museo Lázaro Galdiano di Madrid.

Ormai anche la parola futuro, come molte altre, è abusata dal marketing, dai media, dalla finanza e dalla tecnologia. Eppure sarebbe stata una parola cosi bella. Futuro dal latino futurum che deriva da fuo che significa io sarò, e corrisponde al greco phuo che a sua volta deriva da phisis.  Che parola meravigliosa il futuro vista cosi come la immaginavano un bel po’ di secoli fa; perchè phisis è ciò che fa nascere, il grembo di tutte le cose. Immaginare il nostro prossimo tempo nascente dentro al grembo è molto più del futuro che ci raccontano da qualche tempo. Certo tra grandi storytelling e le analisi predittive dell’intelligenza artificiale che ci dice come staranno le cose sembra che il futuro sia ormai scritto, opera di grandi designer, del futuro appunto, che stanno chiusi in un ufficio di Google o Facebook o in qualche centro di ricerca della IA. Avremo modo di assistere e partecipare a fatti straordinari, oltre quelli naturali, oltre quelli artificiali, assisteremo quindi ancora a un miracolo? Pare per ora che attenderemo il prossimo fantastico evento dai robot e dalla IA. Aggrapparsi alle analisi predittive e pensare di conoscere la dimensione del futuro è l’errore a cui la IA potrebbe condurci, anzi lo sta già facendo. Il pensiero che punta solo ai big data, al fatto, al dimostrabile, è soltanto una brutta sceneggiatura del futuro. Deve schermare e disinnestare il momento del sorprendente, del nuovo per limitarsi al fatto di oggi. Ma c’è una parola importante che potremo fortemente tornare a considerare: avvento. L’arrivo e il farsi vivo e presente. Cosi mentre il futuro si estrapola con l’avvento il futuro si anticipa. Mentre il cristianesimo annuncia qui e ora il futuro e con questo il compimento di senso, le nuove tecnologie spostano l’attesa della salvezza a un futuro in sospeso nel tempo. Perché obbligano la generazione del presente a lavorare e sacrificare tutto per un futuro ipotetico o meglio utopico. Sono promesse fatte per abbagliare la nostra storia di un futuro di cui non vedremo nulla. Con l’avvento riscopriremo non solo il vero significato del miracolo ma anche la speranza e la sorpresa. Dove sono i big data e non la libertà, non l’uomo ma l’intelligenza artificiale a creare la storia, il nostro futuro non potrà che essere di qualcun altro, dei robot forse, sicuramente disumano.