E’ interessante notare il rapporto fra Silicon Valley e governo degli Stati Uniti che è poi come dire il rapporto tra innovazione e democrazia.
David Plouffe, regista della campagna Obama è a servizio di Uber, Jay Carney portavoce Casa Bianca sta in Amazon, Max Kelly è passato da capo sicurezza di Facebook alla Nsa, Condoleezza Rice, ex Segretario di Stato Usa e ex rettore di Stanford siede nel cda di Dropbox, Regina Dugan che da direttrice di Darpa (agenzia militare Usa) arriva alla vicepresidenza di Google, David Recordon da responsabile It di Facebook alla Casa Bianca, Eric Schmidt che passa il suo tempo da Google a responsabile della nuova struttura del Pentagono progettata per trovare nuove startup innovative ovviamente nel settore militare. E cosi si potrebbe continuare. Molti sono figli dei guru arancioni della prima Silicon Valley quando si teorizzava libera Internet per libera democrazia. Persone e movimenti che avrebbero voluto o dovuto cambiare il senso della democrazia al posto dei desueti movimenti operai, proletari, di piazza. Ma il gioco dei salti continui da una parte all’altra sembra fatto per cambiare tutto per non cambiare niente. E il gioco si presta bene a quello che aspetta l’Italia in autunno con il voto referendario sulla Costituzione. Con chi si schiererà la parte che vede nel Web e nella partecipazione un metodo innovatore per la democrazia? Con chi si schiererà il mondo degli innovatori, delle startup, dell’economia collaborativa? Con chi quelli dei movimenti di piazza, degli occupyqualcosa? Tutti hanno lo scopo di destituire la vecchia istituzione e reistituire il nuovo. Decidere di innovare la Costituzione pare un gesto molto innovatore, del resto siamo in un mondo, in un paese che funziona male, dove la vecchia politica o le lobby si perpetuano, dove poco o nulla cambia. La Costituzione organizza le forme della politica e della società, decide i processi deliberativi e decisionali. Istituisce e progetta la sua società con un‘ idea molto precisa. Una società che non sta bene. Forse c’è bisogno di innovatori che la reistituiscano. Si può discutere se le modifiche sono utili o meno ma la decisione di innovare la Costituzione è importante. E il metodo lo sarà ancor più. Per questo c’è bisogno di un processo deliberativo e di informazione responsabile importante. Vediamo chi si metterà in gioco.