Nel cuore dell’Europa settentrionale, la Technical University in Danimarca, ha prodotto una nuova ricerca nel campo dell’intelligenza artificiale, proiettando sempre più l’umanità in un’era postumana. I ricercatori hanno forgiato un’intelligenza artificiale, come un arcano oracolo digitale, che, nutrito con le cronache dettagliate di ogni cittadino danese, ha acquisito la preveggenza, un potere anticamente attribuito agli dèi, per scrutare gli eventi che ancora giacciono nel futuro.
Le tecniche di deep learning, simili agli alchimisti che trasformano il piombo in oro, insieme a AI transformer, sono state le bussole che hanno guidato questo viaggio nell’ignoto. Il modello di AI è stato addestrato con dati che abbracciano un’epoca, dal 2008 al 2020, raccogliendo i frutti dell’esperienza umana di alcuni cittadini danesi in ambiti così diversi come la salute, la società e l’economia.
Per raggiungere tale risultato, è stato impiegato un approccio che combina tecniche di deep learning con un’architettura algoritmica conosciuta come Transformer. Questo metodo ha permesso al modello di AI di apprendere da una vasta gamma di dati, strutturati in modo da riflettere le diverse sfere della vita umana. Il capo della ricerca Sune Lehmann e il suo team hanno dedicato particolare attenzione all’organizzazione di questi dati, creando quello che hanno definito “sequenze di vita”. In queste sequenze, gli eventi della vita di ciascun individuo sono stati ordinati cronologicamente, permettendo al modello di intelligenza artificiale di analizzarli e interpretarli in modo più efficace.
Il modello AI, una volta addestrato su queste sequenze, ha acquisito la capacità di riconoscere e collegare eventi diversi nella vita di una persona, offrendo così previsioni sul loro futuro. Per testare la sua efficacia, il modello è stato addestrato con dati di persone di età compresa tra 25 e 70 anni.
Quando il modello è stato interrogato sulla probabilità della morte, ha superato l’attuale stato dell’arte dell’11%, una vittoria non da poco nell’arte della divinazione.
La divinazione dell’ intelligenza artificiale è ormai più potente di quella delle religioni e solleva non solo preoccupazioni. Questa pratica, che implica l’uso dell’AI per prevedere eventi futuri, può portare a questioni etiche e morali, specialmente se le previsioni riguardano aspetti intimi o cruciali della vita umana. L’accuratezza e l’affidabilità delle previsioni dell’AI possono essere influenzate dai dati su cui vengono addestrati, creando potenziali bias e conseguenze impreviste. Inoltre, la dipendenza da tali previsioni potrebbe ridurre la capacità umana di prendere decisioni autonome e critiche. La privacy, la dignità umana e il libero arbitrio potrebbero essere messi a rischio, e non basta ormai più richiedere un’attenta valutazione delle implicazioni etiche e un’adeguata regolamentazione. C’è bisogno di una narrazione potente fatta dalla comunità ripartendo non tanto dalle domande sulla AI ma dalla ricerca della giustizia sociale. Per questo leggere e rileggere il messaggio di Papa Francesco “Intelligenza Artificiale e Pace” aiuta, tanto.