Sono qui per parlarvi della meraviglia e del mistero della mente cosciente. La meraviglia è legata al fatto che questa mattina ci siamo svegliati, e, insieme al nostro risveglio, c’è stato l’incredibile ritorno della nostra coscienza. La nostra mente aveva un senso completo di sé e un senso completo della nostra esistenza, eppure noi ci soffermiamo a mala pena su questa meraviglia. Dovremmo, invece, farlo, perché se fossimo privati della possibilità di una mente cosciente,non avremmo nessuna consapevolezza della nostra umanità, e non avremmo nessuna consapevolezza del mondo. Non proveremmo dolore, ma nemmeno gioia. Non avremmo accesso all’amore né alla capacità di creare. Certo, sono famose le parole di Scott Fitzgerald: “Colui che ha inventato la coscienza avrebbe molto di cui essere rimproverato”. Ma egli ha dimenticato che senza la coscienza non avremmo accesso alla vera felicità e nemmeno la possibilità di una trascendenza.
Sono i pensieri, in una Ted conference, di Antonio Damasio che insieme a David Chalmers è uno dei grandi ricercatori dei misteri della mente e della nostra coscienza. Una storia lunga tanto quella dell’umanità. Doroteo di Gaza, monaco del VI secolo ci ha lasciato una bella definizione di coscienza:
Quando Dio creò l’uomo mise in lui un seme celeste, una sorta di capacità più viva e più brillante di una scintilla, perché illuminasse il suo spirito e gli desse il discernimento tra il bene e il male. È ciò che chiamiamo «coscienza», è la legge innata presente in noi.
Adelphi insieme all’università IUAV di Venezia e a altri ha organizzato un grande opportunità di conoscere le ricerche di Antonio Damasio che terrà una relazione lunedi 9 maggio alle ore 11.
“Feeling and Consciousness” a Venezia, Palazzo Badoer, aula Tafuri
Si potrà seguire l’incontrò anche in streaming a questo link.