I social network online ci fanno credere di essere molto più intelligenti dell’altro. Siamo e viviamo in questo strano mondo abitato da uomini giganti con tanti piedi tanti mani e un unico cervello, intelligenza collettiva?. Questi giganti si chiamano eco chambers, filter bubble, bolle sociali. Sono sempre esistiti solo che ora sono molto visibili e con molta forza. Grandi giganti che si nutrono sui e dei social tra storie, fake news e verità. Giganti che credono nella loro invincibilità grazie all’intelligenza collettiva magari in salsa di economia condivisa.
Ci sono i giganti della politica che per primi dovrebbero scansarsi dai social che conosciamo e usiamo. Avrebbero bisogno di ragioni convincenti, plausibili e argomentate per essere ancora legittimati dal popolo all’esercizio del potere. Qualche migliaia di anni fa senza nessuna tradizione culturale per governare bastava richiamarsi alle divinità e ai sacerdoti. Cosi oggi i giganti politici usano i nuovi oracoli digitali senza legittimare e argomentare. Essere eletti e pubblicare sugli oracoli digitali non basta, non sono il posto per farlo, non è il loro metodo. Abbiamo bisogno di nuovi social tra la tecnologia, blockchain magari, e delle relazioni consapevoli, responsabili e misericordiose. E poi ci sono i giganti dei media. I poeti greci si sentivano autorizzati a raccontare intorno alla verità del mondo degli uomini dagli dei, cosi faceva Parmenide sulle cui argomentazioni veritiere garantiva una dea, Omero con le Muse, Empedocle addirittura paragonandosi a una divinità. Poi con il tempo gli dei lasciarono alla filosofia con la logica e la ragione lo spazio per argomentare la verità. E cosi fin ai nostri giorni dove la contaminazione tra i giganti dei vecchi media e i giganti, e questi lo sono davvero, dei nuovi media ci stanno facendo tornare ai tempi degli dei, al tempo di una presunta positiva intelligenza collettiva che però, e è il caso di questa nuova epoca senza nome, non è detto che sia sempre a somma più se formata anche da molti con segno negativo. Orribili giganti appunto con una sola testa e tante mani e piedi che hanno riempito la sfera pubblica spesso non occupandosi minimamente di chi l’abita. C’è bisogno prima di tutto che questi giganti, riconoscano di avere molti cuori liberi che si relazionano, non con le finte amicizie o follower dei social, si emozionano e si aiutano vicendevolmente riconoscendoci tutti miseri e bisognosi almeno civicamente dell’altro. Oppure?