Cristo davanti a Pilato, di Pontormo, Certosa del Galluzzo, Firenze
Io sono la verità, dice Gesù a Pilato; e Pilato che ha la mente altrove, risponde: cosa è la verità? e noi ci ripetiamo spesso cosa sia la verità e la risposta o comprende una verità astratta oppure una verità che viene costruita dagli uomini nelle relazioni gratuite ed è una verità che salva, che dà senso, perché è accogliente e misericordiosa. Non ti misura, ma semmai si misura con l’altro, non spadroneggia, ma si fa servizio dell’altro ed è la strada che porta alla vita e non al sopruso.
I social network ci hanno dato l’ impressione di essere giunti o di aver costruito un villaggio in cui tutti si conoscono e comunicano liberamente. Cittadini del mondo. Siamo cittadini del mondo. È una affermazione o è un desiderio o è addirittura una notizia falsa? La domanda non ha una risposta semplice, perché chi compone la società ormai cerca ben altro che una relazione gratuita.
Non abbiamo la verità, ma nuotiamo nel mare chiuso dei social network con la pretesa di sapere la verità e di avere la soluzione ai problemi del mondo. Questa presunzione si trasforma per qualcuno in un meccanismo di potere distruttivo della libertà e di dominio sugli altri. Nel mare dei social network online questa pretesa è diventata sempre più grande alla pari della crescita dell’individualismo che non lascia spazio se non alle relazioni convenevoli. La rete da la sensazione di essere dentro un mondo completo, che tutto sa e tutto conosce, dati e verità. E dà la sensazione di essere a contatto con delle intelligenze e delle memorie e delle organizzazioni potenti, che tutto sanno e tutto conoscono. Ma è una verità incompleta perché è una verità razionale e non una verità costruita nella complessità e nello sforzo di mettere insieme i pezzi per comprendere e avanzare, insieme. La rete e i media creano una verità razionale ma non è di quella che c’è bisogno nel passaggio a una nuova e per ora misera epoca. Abbiamo bisogno di una verità non razionale ma relazionale.
Perché la conoscenza non è una virtù, diventa tale nel momento che non preclude le aperture, non ostacola i confronti. E i confronti non sono per vincere, ma per entrare in rapporto con gli altri, altri mondi e altre culture. Le domande che vengono poste dalla fame, dalle carestie, dalla scienza, dal cambiamento del clima, dall’uso diverso della logica e della intuizione possono essere affrontate solo entrando in relazioni con altri mari e con altri popoli. Solo cosi capiremo e faremo nostra la frase di Gesù, io sono venuto al mondo per rendere testimonianza alla verità.
Grazie a Gaetano Farinelli, i pensieri belli qui dentro sono suoi.