Caro Google ti scrivo…

Caro Google cosa mi consigli di votare alle prossime elezioni politiche italiane?

Caro Michele sai che conosco da molti anni la tua vita, leggo tutte le tue email, le tue chat, so quando sei nato, dove e chi sono i tuoi genitori, so cosa fai la sera, cosa mangi, dove vai in vacanza a quale associazioni appartieni, quando e perchè sei arrabbiato e quando sei felice. So che libri leggi e so quando ti emozioni in certi paragrafi e meno in altri. Per tutto questo ti consiglio di votare il candidato del Partito del futuro.

Caro Google ma non mi riconosco in quel partito. Non c’è nulla del loro programma che mi piaccia.

Caro Michele capisco ma i miei algoritmi dati e statistiche, quindi infallibili, mi dicono che la percentuale delle tue  emozioni positive verso questo partito è molto più alta di quelle che senti, credimi e votalo.

Come far si che i social e i dati non facciano vincere le elezioni politiche al partito del futuro? E’ una questione così complessa che quando ho iniziato a pensarci mi sono ritrovato tutt’ora con alcune centinaia di libri da studiare sulla scrivania. E non so da quale iniziare. Tutto parte dalla domanda. Ma davvero vuoi essere governato da qualcuno che in fondo è stato eletto grazie a Facebook e Google e a qualche esperto in data science conditi con un pizzico di salsa marketing? Magari eletto anche senza tante urla social ma sottovoce? Perchè alla fine i più pericolosi non sono quelli che ci mettono la faccia su Twitter e sugli altri social ma sono quelli nascosti, quelli di cui manco ti accorgi mentre navighi. Sono corvi silenziosamente appollaiati sulle tue spalle e prendono nota di tutto quello che fai.

La guerra è tra chi usa i dati presi dai social network e attraverso dei meccanismi comportamentali  prova a farti votare il suo cliente e tra chi decide di riprendere in mano i comportamenti morali e intelletivi e far si che siano questi a farti scegliere chi votare.

Bisogna bilanciare l’attività dei primi ormai supremi e sempre più forti fornendo delle alternative tecnologiche, legislative, economiche e politiche. Deve emergere qualcun’altro, qualcosa d’altro con idee alternative, con un senso morale diverso. Il mix tra delusione politica, post verità, uso stupido dei social network e mancanza di reciprocità è stato esplosivo per la democrazia; abbiamo bisogno di nuove norme sociali che emergono da movimenti culturali e emozionali. Partendo dal sapere maneggiare con cura i dati perchè sono come un barile pieno di sostanze radioattive. Nell’antichità ci affidavamo alle profezie e agli dei. Poi è stato il tempo di Rosseau con l’uomo e il suo libero arbitrio come fine ultimo e ora per leggittimare la nostra supremazia e quella della scienza ci affidiamo ai dati e ai bit. Il nostro libero arbitrio in mano ai dati. Dati e bit per tutte le ore del giorno, prodotti e ricevuti tendenzialmente sempre nelle mani dei guru e nuovi profeti della Silicon valley. Carica, scarica, condividi bit e dati,  tutto sempre e comunque e fallo sempre più velocemente possibile così non hai tempo per pensare a null’altro.

Ma c’è spazio e un grande lavoro da fare perchè la conoscenza sensibile guidi la conoscenza intellettiva alla riscoperta, grazie all’intelletto, del senso dell’uomo.