Samia è una donna maghrebina di 24 anni, ha dato alla luce con fatica e felicità una bambina, si chiama Jamila. Ora vorrebbe allattare ma le donne anziane della comunità compresa la mamma e la suocera le dicono di no. Il colostro è impuro e farebbe del male a Jamila. Samia sa che non è vero, sa che il Corano incentiva a allattare al seno i piccoli per almeno due anni. Ma sa anche che se non rispetta la volontà della comunità sarà additata come impura e emarginata sempre più dalla sua piccola comunità. E fa come la società le chiede di fare. Non è una legge a chiederglielo, è una norma sociale. Una regola, scientificamente sbagliata in questo caso, che disciplina la vita nella comunità. Norme che regolano e integrano socialmente, che fanno legami. Spesso provengono dalle tradizioni e dalle consuetudini. Una norma sociale è riconosciuta dalla popolazione, è seguita dalla popolazione e chi non le segue è punito in qualche modo dalla comunità. Come è possibile modificare una norma sociale dannosa e farla diventare positiva? Come si fa a introdurre una nuova norma sociale? Qui si tratta di di capire se è possibile far emergere una norma sociale nel mondo dell’informazione e dei social network per non avere più informazioni distorte, false e bufale. Nè gli incentivi, nè la comunicazione sono sufficienti per modificare i comportamenti delle persone. Si potrebbe partire definendo se una pratica collettiva è una norma sociale oppure no. Disseminare i giornali e i social di false notizie crea ovviamente molti effetti negativi, inquina la realtà, diffonde paura e rancore. Far emergere una norma sociale potrebbe aiutare. La comunità capisce e collettivamente decide di cambiare comportamento. E si inserisce un sistema di controllo che punisca in quale modo chi trasgredisce. Wikipedia in qualche modo fa blandamente e male una cosa di questo tipo ma per ora rimane uno dei metodi migliori in circolazione. L’emergere di una norma sociale in questo caso non è solo riconoscere, che facendo cattiva informazione si creano effetti negativi su tutto l’ecosistema dell’informazione, sociale e economico, ma anche da una decisione collettiva di creare un sistema di monitoraggio e di punizione. Facebook e Google sono corsi al riparo e stanno introducendo algoritimi semantici che provano a fare un po’ di ordine e hanno aggiunto alcune righe sui termini d’uso per eliminare notizie false e bufale. Ma io non voglio che facebook e tutti gli altri mi dicano come devo comportarmi. Lessig 16 anni fa scrisse che il comportamento delle persone sul Web sta nel codice di chi lo scrive. Sarebbe forse ora di non farci più guidare sul web e sui social dal codice. Magari scrivendo un nuovo codice, ma non tecnologico, meglio uno sociale, uno umano. Dove valgono valori e emozioni, dove le persone si danno una mano. Nei momenti di difficoltà è l’unica cosa che conta.