“Quando l’Agricoltura fiorisce, anche l’altre Arti prendon tutto vigore”
Socrate
Anche per questo ricordare la storia della terra è importante. E la storia della terra inizia perché la terrà non è di nessuno e è di tutti. E’ un bene comune. Che senso avrebbe avuto nell’epoca della pastorizia che la terra fosse di proprietà? Un cambiamento però avvenne dopo la pastorizia; la tecnologia e il comportamento dell’uomo portarono l’agricoltura. Ma l’agricoltura aveva bisogno di alti investimenti e per ammortizzarli servivano tempo e proprietà. Cosi poco a poco scomparve la terra come bene comune per diventare di proprietà privata.
Nel XX secolo al terreno della conoscenza digitale successe la stessa cosa. Internet nacque alla fine degli anni ’60 prima come Arpanet, una rete di 5 nodi universitari statunitensi con lo scopo di utilizzare le potenze di calcolo dei calcolatori spesso rimaste poco utilizzate e di scambiarsi dati scientifici. Arpanet poi iniziò a essere usata anche in ambito militare tanto che si arrivo alla divisione di Arpanet con una rete militare, Milnet. A questi terreni altri se ne affiancarono come Nsfnet. Il terreno di Internet nacque comunque in una logica di apertura e flessibilità la cui intelligenza e governance non risiedeva al centro ma ai margini della rete. Negli stessi anni si sviluppo una comunità di freakettoni, attivisti, politici, hacker che influenzarono il terreno della rete. Lo volevano non più come ambiente scientifico militare ma adatto ai computer di casa, collegato ai telefoni, sociale. La volevano però anche commerciale e fu proprio il movimento dell’Internet libera e di tutti che gettò le basi per un controllo finanziario della rete, facendola tendere come bene privato. Contemporaneamente in Europa nacque il www che tendeva a fare della rete un deposito della conoscenza, con un accesso facile e per un pubblico universale. E il www grazie al suo inventore Barners Lee divenne bene comune. Dal 1995 su Internet e sul www furono ammesse le attività commerciali fino ad allora vietate. Da li poi la storia più recente e conosciuta delle speculazioni sul Web, della bolla e della ripartenza con i blog e i social del 2004. Internet non è più un bene comune come era stato pensato prima dagli ideatori di Arpanet e poi dal Cern, ideatore del www. Come tornare a un terreno d’uso civico? Come far si che il www ritorni ad essere un terreno comune, un terreno di tutti? Quando il web fiorisce, anche le altre Arti prendon tutto vigore, compresa la democrazia.
Alcuni spunti vengono dai laboratori sugli usi civici e le proprietà collettive a cui ho partecipato oggi a Mori. Grazie a Agitu Ideo Gudeta e ai tanti altri per l’organizzazione e il confronto.