La macchina del tempo

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Fine Ottocento, alla vigilia della festa di capodanno del 1900, l’inventore, George Wells, costruisce una macchina del tempo e cerca di convincere alcuni ricchi della propria scoperta. Nessuno di loro ovviamente crede a questa nuova tecnologia e Wells decide di dimostrare la funzionalità della macchina sperimentandola su sé stesso partendo per un viaggio nel futuro, dando loro appuntamento cinque giorni dopo, per convincerli sugli sviluppi della sua invenzione. Inizia così il suo viaggio nel futuro. E’ la trama di un film del 1960 del registra George Pal ” L’uomo che visse nel futuro” che da piccolo mi aveva meravigliato e fatto sognare futuri inimmaginabili. Agli inizi degli anni novanta avevo provato poi di nuovo quelle sensazioni, erano gli anni della nascita del Web e delle sue enormi potenzialità. Le stesse sensazioni mi sono tornate nei mesi scorsi provando a studiare blockchain, la tecnologia su cui si basa la cripto valuta Bitcoin e ormai tante altre piattaforme di servizi e strumenti. Si basa su blocchi di catene, registri, hash e altre difficili parole che complicano ancor più come spiegarla ma che offrono un risultato semplice. Sono codice e algoritmi che possono gestire la tua fiducia nei confronti degli altri. Navigare su icolaert.com o icodata.io e molti altri dove trovate centinaia di progetti basati su tecnologia blockchain è salire su una macchina del tempo e vedere come gli uomini stanno immaginando molti futuri possibili. Non è difficile imbattersi in squadre con competenze tecnologiche e umanistiche fatte da nepalesi, africani e europei che insieme provano a immaginare un futuro diverso e anche qui come nei sistemi naturali maggiore è la diversità maggiore è la possibilità di farcela. Avete bisogno di un sistema di votazione che costi 0,000001 centesimo di euro rispetto ai 10/20 euro necessari oggi a persona? c’è blockchain. Ti è avanzato traffico dati sullo smartphone e invece di perderlo vuoi venderlo a qualcuno che invece lo ha esaurito? c’è blockchain. La fiducia non viene stabilita da nessuna istituzione, da nessun intermediario. E cosi si può continuare quasi all’infinito. Con blockchain ci puoi fare una cosa volatile e speculativa come sono i Bitcoin e moltissime altre criptovalute ma la puoi usare anche per trasformare vecchi modelli speculativi e volatili come sono i partiti di oggi in strumenti politici utili e a disposizione della comunità. E’ uno dei futuri possibili. Quando il viaggio nel futuro finisce e scendi dalla macchina del tempo torna però una delle questioni fondamentali di questa nuova epoca. L’epoca dell’illuminismo digitale, l’epoca della tecnologia facile da raccontare e facile da adorare perchè è luccicosa e spesso utile, a volte fondamentale. L’epoca che sta allontanando l’uomo dal sacro. L’epoca in cui l’umanesimo si sta confondendo, mescolato e sopraffatto dall’illuminismo digitale. L’epoca dove le protesi tecnologiche impiantate sui nostri corpi stanno modificando il dna dell’uomo per farlo diventare una nuova specie. Come possiamo abitare umanamente un pianeta occupato dalla tecnologia spesso indispensabile? L’idea è quella di una specie di nuova dimensione della capacità di pensare e fare le cose insieme in un mondo di fiducia non gestito dalle istituzioni e dai corpi intermedi ma dalle relazioni dell’uomo con il contributo importante dalle tecnologie. Le comunità, le associazioni, le imprese e i movimenti vivono di molti capitali. Uno dei più importanti per vivere la qualità del presente e la possibilità del futuro è il capitale narrativo. Del futuro non esistono fatti ma solo narrazioni possibili. Blockchain, al di là di Bitcoin, fa parte di una nuova narrazione che possiamo studiare e usare per trasformare e migliorare la società con l’impegno di riconoscere il senso del limite e mettere la cura dell’uomo e della sua vulnerabilità sempre davanti a tutto.