Ho conosciuto Enrico Zambotti nel 2022 quando si discuteva ancora molto di Metaverso. Enrico stava lavorando alla sua tesi alla IU International University of Applied Sciences in Germania con il tema di come il Metaverso potesse accompagnare le aziende verso il futuro. Poi sappiamo cosa è successo, investimenti e narrazione su un mondo meta si sono ridimensionati a favore di ChatGPT e delle AI generative. Confrontare a distanza di due anni il mondo AI e il mondo Metaverso può fornire spunti interessanti anche per le aziende. Enrico Zambotti è uno studioso che cerca di capire come; qui i suoi spunti alle mie domande.
“Vorrei approcciare i tuoi spunti affrontando la questione su due piani:
- l’esplosione di interesse recente legata all’intelligenza artificiale nel 2023 e quella legata al metaverso nel 2022 e la relazione tra queste;
- cosa significano gli avanzamenti della IA per le prospettive del metaverso (e con riferimento alle tecnologie XR in particolare).
Venendo al primo punto, ci sono differenze sostanziali tra l’intelligenza artificiale e il metaverso, e anche tra le due ondate di entusiasmo. Parlando di IA, più o meno tutti ormai, anche quelli che fino a poco tempo fa ne sapevano poco o nulla, sanno associare qualcosa di concreto al termine IA, per esempio ChatGPT, DALL·E, Midjourney, etc. La tecnologia IA ovviamente non si limita a ChatGPT ed esiste da molto tempo, ma ChatGPT è considerata essere da molti quella che nel mondo del business viene chiamata la “killer application” della IA generativa, ovvero una applicazione che non solo ha riscontrato un grande successo, ma che riesce anche a creare un significativo valore aggiunto per molti business. Qui abbiamo la prima differenza fondamentale, poiché invece per quanto riguarda il metaverso ancora in pochi sanno dire di cosa si tratti davvero, e il problema ulteriore è che ci sono tuttora interpretazioni diverse di cosa significhi il termine. Per una azienda è quindi molto più facile valutare un investimento in uno strumento come ChatGPT, che addentrarsi nel metaverso.
Ciò nondimeno, anche per la IA tramite il successo di ChatGPT è stata innescata una bolla di aspettative (‘hype wave’ in inglese) legata alle potenzialità della IA che ha portato molte aziende ad investire in queste tecnologie senza una vera strategia, ma solamente perché influenzate dall’ondata di entusiasmo alimentata dai media. Questo elemento ha portato alcuni business a commettere errori simili a quelli avvenuti in relazione al metaverso (nel 2022), provando quindi a saltare sul carro della IA partendo dalla tecnologia in sé e il valore che i media e le persone ne davano a prescindere e non partendo invece dai bisogni degli utenti, dai problemi che si possono risolvere anche grazie alla IA o dal valore aggiunto che si possono creare per gli stessi creando nuovi benefici. Purtroppo questo atteggiamento speculativo di molti business e imprenditori non è niente di nuovo, anche se questa volta non ha avuto – per fortuna – le stesse dimensioni di quello che si è visto per il metaverso, ma ciò è dovuto appunto al fatto che la IA ha delle applicazioni molto più immediate, tangibili e facili da comprendere ed utilizzare per i business e per le persone comuni. Ad ogni modo, a prescindere dalla tecnologia che è in voga al momento, è consigliabile per le aziende di ogni industria approcciare queste ondate mediatiche sempre con scetticismo, mantenendo il focus sui propri stakeholders e sui loro bisogni e soltanto poi andare ad informarsi e valutare se le nuove tecnologie possono creare un valore aggiunto o meno, se possa quindi valere la pena investirci.
In relazione al metaverso, sicuramente l’ondata mediatica legata alla IA ha contribuito a far sì che molte aziende perdessero l’interesse per il metaverso e le tecnologie legate a questo (quindi mondi virtuali e tecnologie XR in primis) per investire invece nella IA, ma questo probabilmente è un bene, poiché spesso si è trattato delle stesse aziende che utilizzano un approccio speculativo rispetto al mercato delle nuove tecnologie, di cui parlavo poc’anzi.
Prescindendo ora dall’aspetto speculativo e mediatico legato alla IA, veniamo ai fatti concreti che possono avere dei risvolti significativi per il metaverso del futuro. In linea di massima possiamo definire il metaverso come ‘la visione di un futuro lontano in cui passeremo una significativa quantità di tempo in un cyberspazio immersivo in 3D, lavorando, facendo sport, incontrando persone e, fondamentalmente, costruendo una vita parallela in mondi virtuali interconnessi che saranno intrinsecamente intrecciati con il mondo fisico’. Tradotto, questo vuol dire che le principali tecnologie che costituiranno la user experience per il metaverso sono le tecnologie XR (realtà virtuale, realtà aumentata e realtà mista) e i mondi virtuali tridimensionali. In questo contesto, anche l’intelligenza artificiale svolgerà un ruolo molto importante. Realtà come quelle di ChatGPT e Midjourney ci aiutano a capire in che modo.
- Prodotti come Midjourney possono già ora con l’input di una frase creare una vastità e varietà di immagini di ottima qualità, è solo questione di tempo quindi che l’intelligenza artificiale generativa potrà fare lo stesso coi mondi virtuali, anche se questo comporterà un utilizzo di dati molto più elevato. E’ quindi molto probabile che la IA contribuirà alla creazione di mondi virtuali tridimensionali che andranno ad arricchire il metaverso del futuro.
- ChatGPT suggerisce che la IA andrà anche a popolare questi mondi, grazie ai così detti “virtual beings”, traducibili come esseri digitali/virtuali in italiano: robot tridimensionali potenziati dall’intelligenza artificiale che possono visitare e vivere in mondi virtuali allo stesso modo degli utenti umani.
- C’è poi la machine learning in generale, ovvero l’apprendimento automatico legato al riconoscimento di pattern di dati che sta alla base sia di ChatGPT e di Midjourney, ma che ha anche applicazione in altri campi, che a loro volta possono impattare sul metaverso. Per esempio nel contesto dei gemelli digitali (‘digital twins’ in inglese): modelli digitali (sempre più spesso tridimensionali e quindi accessibili o interagibili con i visori) di spazi e processi esistenti nel mondo fisico che vengono alimentati da quantità enormi di dati raccolti da sensori e da altri sistemi; dati che a loro volta vengono elaborati e interpretati grazie all’intelligenza artificiale per riconoscere dei problemi o più generalmente dei pattern.
- Infine, proprio Mark Zuckerberg, il più grande propugnatore dell’idea del metaverso, ha ribadito recentemente come i pesanti investimenti di Meta nell’ambito della IA avranno un risvolto fondamentale per il metaverso, poiché capiterà sempre più frequentemente che le persone parleranno alla IA durante il giorno e, secondo Zuckerberg, questo accadrà molto probabilmente tramite i visori di ultima generazione, perché questi “rappresentano una forma ideale per vedere ciò che vedi e sentire ciò che senti, rendendoli sempre disponibili per aiutare”.
E qui veniamo al nocciolo della questione, ovvero che mentre le tecnologie XR in combinazione con i mondi tridimensionali costituiranno il nucleo del metaverso, l’intelligenza artificiale può essere vista come il suo involucro. Jaron Lanier, uno dei padri della realtà virtuale, pone la questione in questo modo: “Molti dei miei colleghi considerano l’IA come qualcosa che costruiamo, mentre io la vedo come la carta da imballaggio (‘wrapping paper’) che mettiamo su ciò che costruiamo.”
Ritengo quindi che l’ondata di interesse legata alla IA nel lungo termine possa essere positiva per il metaverso, e mi verrebbe anzi da dire che l’ondata mediatica del 2021/2022 legata al metaverso sia stata più negativa che positiva per le prospettive dello stesso, poiché ha contribuito a creare più confusione che chiarezza sia per le aziende che per gli individui, cosa che per fortuna non sta succedendo allo stesso modo con la IA.
In conclusione, la IA è uno strumento utilissimo, lo vediamo ormai tutti i giorni con prodotti come ChatGPT, Midjourney e molti altri, mentre il metaverso è ancora qualcosa di astratto, che la IA assieme alla realtà virtuale, alla realtà aumentata, ai mondi virtuali tridimensionali ed altre tecnologie contribuirà col tempo a rendere più concreto.
Le tecnologie legate alla intelligenza artificiale rimangono tuttavia degli strumenti non fini a se stessi, la domanda fondamentale per le aziende rimane quindi: per cosa si vuole utilizzare questi strumenti e cosa si vuole raggiungere? Che problemi vogliamo risolvere per i nostri utenti o che benefici vogliamo creare?
Sempre Jaron Lanier aggiunge questa provocazione che ho trovato molto saggia, con cui concludo il mio scritto:
“E se l’IA fosse solo una fantasia che vediamo nei bit che impostiamo? E se fosse un modo per evitare la responsabilità umana?”
Citazione di Jaron Lanier presa da: Dawn of the New Everything: Encounters with Reality and Virtual Reality, Jaron Lanier 2017.