L’Artificene è la nuova epoca.
La premessa è che il fact checking è, o almeno dovrebbe essere, un metodo per provare a dire come stanno le cose, quello che è successo. La verità è un’altra cosa, è un concetto epistemologico e prima di tutto è un processo relazionale. Dipende da come ci poniamo nel mondo e dai modi con cui cerchiamo di capirlo. Il metodo del fact checking che Zuckerberg ha deciso di sospendere sulle piattaforme Meta è sempre stato uno strumento ambiguo, con un metodo poco trasparente, una toppa, più che una ricerca. Spesso una forma di censura, come è emerso in molte inchieste, più che una ricerca dell’informazione di qualità. Ma il fact checking è un’altra cosa. Appena dopo l’arrivo dei primi social insieme a molti ragionavamo su come si poteva ricreare un metodo per avere un fact checking sui social media e se volete capirne di più e bene, nel disastro di quello che si legge a proposito in questi giorni, Sergio Maistrello, uno di quelli bravi, ci aveva fatto un libro che partendo dalla storia riassumeva anche i ragionamenti e i metodi che allora si ricercavano. Nel frattempo oggi il Guardian riporta che Meta sta chiudendo per uniformarsi al duo Musk/Trump, anche i dipartimenti sulla diversità, sull’uguaglianza e sull’inclusione (DEI program).
Prepariamoci, l’Artificene è qui.