Viva Telegram

Elisabetta I è spesso ricordata come una delle più grandi sovrane inglesi, celebrata per il suo carisma, la sua abilità politica e il suo contributo alla stabilità del regno. È nota anche per aver perseguitato i cattolici, per aver condannato a morte Maria Stuarda, regina di Scozia e brutalizzato migliaia di irlandesi. È meno nota per aver avviato grazie al suo segretario Sir Francis Walsingham, l’ufficio dei servizi segreti. Walsingham è spesso considerato il “padre” del servizio segreto britannico. La sua rete di spionaggio, la sua capacità di decifrare messaggi segreti e il suo approccio sistematico alla raccolta di informazioni stabilirono standard che influenzarono profondamente il futuro delle attività di intelligence in Inghilterra e altrove e rimane come uno dei più formidabili artefici della sicurezza di Elisabetta I e della stabilità dell’Inghilterra. La Corona impiegava esperti crittografici come Thomas Phelippes, famoso proprio per aver decifrato i messaggi di Maria Stuarda. L’uso non autorizzato da parte dei cittadini della crittografia era pesantemente controllato e punito, poiché considerato una minaccia potenziale per la stabilità del regno.
Ma anche in Francia durante l’Ancien Régime esisteva, e visti i fatti di cronaca legati a Telegram probabilmente esiste ancora qualcosa di simile, Il “Cabinet Noir” del re francese che intercettava e decifrava la corrispondenza diplomatica e privata. L’uso di cifrari complessi da parte dei privati era visto con sospetto. E poi il Papato, l’impero ottomano, Sparta, la Germania nazista e molti altri.
Giulio Cesare un bel po di anni prima invece si fece costruire Il Cifrario di Cesare, uno dei metodi di crittografia più antichi e semplici conosciuti nella storia.
L’Europa postmoderna non sembra essere uscita da questa storia nemmeno ora nell’epoca del digitale. Come certo non ne sono usciti gli Stati del mondo. E così siamo all’arresto di Durov, l’inventore di Telegram.
La vita lavorativa di Pavel Durov ha incontrato ostacoli legali significativi, iniziati in Russia nel 2014. Il suo rifiuto di chiudere i gruppi dell’opposizione su VK, il social network da lui creato, ha portato al suo allontanamento dalla Russia e alla cessione di VK.
Successivamente, Durov ha fondato Telegram, stabilendone la sede a Dubai e promuovendola come un’app di messaggistica focalizzata sulla privacy. Tuttavia, Telegram ha dovuto affrontare sfide normative in diversi paesi. In Russia nel 2018 dopo un processo lampo di 18 minuti, le autorità russe hanno tentato di bloccare Telegram per il rifiuto dell’azienda di fornire le chiavi di crittografia ai servizi di sicurezza. IN molti paesi l’app è stata oggetto di attenzione per il suo potenziale utilizzo da parte di gruppi estremisti. Negli Stati Uniti sempre nel 2018 il progetto di Durov di lanciare la criptovaluta “Gram” e la piattaforma TON, che aveva raccolto 1,7 miliardi di dollari, è stato bloccato dalla Securities and Exchange Commission (SEC) per preoccupazioni relative alle leggi finanziarie statunitensi. Pochi mesi fa il governo israeliano ha provato a bloccare alcuni gruppi su Telegram filo palestinesi. Anche altre piattaforme, prima fra tutte Facebook sono sempre state molto critiche verso Telegram, mentre proprio oggi sono arrivati i tweet a favore di Durov di Elon Musk e di Vitalik Buterin, l’inventore della piattaforma blockchain Ethereum
L’arresto di Durov dello scorso giorno in Francia è stato eseguito in base a un mandato di un’indagine preliminare. Le accuse principali mosse contro Durov pare ma non sono ancora ufficiali, riguardano la gestione di Telegram compresa l’insufficiente moderazione dei contenuti sulla piattaforma, la mancata collaborazione con le autorità di polizia e quindi, secondo la magistratura una presunta complicità in attività illecite facilitate attraverso l’app, tra cui il traffico di sostanze stupefacenti, reati contro i minori, riciclaggio di denaro, attività legate al terrorismo. La UE su molto di questo ha costruito e sta costruendo una piattaforma normativa che non si sa ancora se è stata usata dalla giustizia francese per arrestare l’inventore di Telegram. Il regolamento eIDAS (Electronic Identification, Authentication and Trust Services) del 2014 che stabilisce un quadro per l’identità digitale e i servizi fiduciari in Europa. Sebbene non proibisca la crittografia, stabilisce standard per le firme elettroniche e i sigilli elettronici che utilizzano tecnologie crittografiche. Il GDPR (General Data Protection Regulation). La direttiva NIS (Network and Information Security) che richiede agli stati membri e alle aziende di adottare misure di sicurezza adeguate, che spesso includono l’uso di crittografia. Una risoluzione del Parlamento Europeo del 2017 ha sottolineato l’importanza della crittografia end-to-end e si è opposta a qualsiasi indebolimento delle tecnologie crittografiche.
C’è poi una proposta del 2022 di regolamento sulla prevenzione e la lotta contro gli abusi sessuali sui minori. Questa proposta controversa potrebbe potenzialmente limitare l’uso della crittografia end-to-end per facilitare il rilevamento di materiale pedopornografico. Infine la ePrivacy Regulation e il Cybersecurity Act del 2019 che ha istituito un quadro per la certificazione della cybersicurezza che include valutazioni dei metodi crittografici. Ne mancano sicuramente alcuni, chiedo aiuti agli esperti.
Ma l’inizio di discussione qui è cercare di capire come trovare una strada che aiuti l’informazione libera, lo scambio dei dati, la creazione di un luogo civico dove esiste la responsabilità e la consapevolezza, la cura dei deboli e degli indifesi. E certo per combattere giustamente l’illegalità non serve a nulla in questo caso, arrestare, anzi provare a bloccare le piattaforme di messaggistica; tra l’altro se le accuse sono quelle riportate dai media ci aspettano gli arresti di Zuckerberg e di altri proprietari di social media non appena metteranno piede in Francia. E magari degli ad delle compagnie telefoniche. Alcuni punti: le aziende che provano a creare valore e servizi intorno alla crittografia e ai social devono temere un controllo normativo, possono ricevere pressioni per la moderazione di contenuti, cercare di capire in quali mercati muoversi, quelli meno normati probabilmente, temere che i loro manager possano essere arrestati perche ritenuti personalmente responsabili. Gli Stati devono temere crisi diplomatiche (come quella sul caso Durov tra Russia e Francia). I cittadini devono sperare che degli inutili arresti e l’inizio di una narrazione non portino alla limitazione della libertà di espressione, delle relazioni digitali, degli scambi, alla possibilità che la polizia possa accedere nei loro armadi digitali. I cittadini dei paesi senza libertà, e sono davvero troppi, poi devono sperare che piattaforme come Telegram possano continuare a esistere per esercitare anche lì il dissenso, per costruire gruppi e azioni contro i loro governi, per fare buona informazione. La libertà degli oppressi passa anche da piattaforme come Telegram.

Aggiornamento del 26 agosto 2024 ore 9: arrivano notizie, non ufficiali per ora, che il motivo dell’arresto di Durov sia perchè Telegram non ha rimosso dalla piattaforma dati e scambi di traffici illegali, droga, armi, pedopornografia, come da richiesta della magistratura francese. Se cosi fosse le richieste della magistratura e le conseguente azioni sarebbero sacrosante, ma rimangono una moltitudine di ma e di se. Mantenere e sviluppare l’app è facilitare il traffico illegale di ogni genere? Durov non è potente come molti altri proprietari di piattaforme social; non essere una potenza lo rendono un obiettivo più accessibile per testare l’applicazione di quadri normativi in espansione? Da mesi ad esempio molti Stati propongono e discutono sull’utilizzo di backdoor di Stato nei sistemi crittografici che altro non è che un meccanismo intenzionalmente implementato che permette a enti governativi autorizzati di accedere a dati crittografati o comunicazioni, aggirando la protezione crittografica standard. Nel frattempo la giustizia francese ha esteso la detenzione di Durov (Telegram) fino al limite massino di 96 ore. Ci sono anche questioni aperte tra Russia e Francia con accuse reciproche di ingerenze e di aver utilizzato Telegram per scopi particolari come aver reclutato grazie a Telegram agenti segreti. Durov per i servizi segreti occidentali è una risorsa preziosa con le loro agenzie di intelligence  che cercano di aprire le comunicazioni crittografate del social di Durov. Telegram ieri sera ha dichiarato “Telegram si attiene alle leggi dell’UE, incluso il Digital Services Act – la sua moderazione rientra negli standard del settore e è in costante miglioramento.”

La domanda principale del post però rimane quella originale e la costruzione di un ecosistema civico diverso sia delle piattaforme digitali che delle norme è fondamentale. Cosi come rimane il pericolo di azioni e narrazioni che portino gradualmente a grandi limitazioni della libertà delle persone.