Il digitale è ormai parte importante della nostra vita, sociale, economica, formativa e relazionale. Anche fisica tanto che la corte costituzionale statunitense ha definito con una sentenza del 2016 lo smartphone e le sue app come una protesi del nostro corpo e quindi non perquisibile. Anche la mente e il nostro libero arbitrio ne sono coinvolti. Le nostre decisioni passano ormai anche attraverso gli algoritmi e l’intelligenza artificiale. Succede ad esempio in Corea del sud in una delle piu grandi aziende finanziarie che decide dove allocare investimenti in campo biomedico. Un membro del cda con il voto che vale come quello degli altri 8 membri è un algoritmo. Il tutto con l’utilizzo dei big data costruiti dall’attività dell’uomo. Anche i nostri diritti umani e il nostro libero arbitrio sono in gioco. D’altra parte secondo una ricerca del Censis del 2014 i ragazzi interrogati su cosa sia il web e internet non sanno rispondere affermando però di conoscere bene YouTube, Facebook e Wahtsapp.
Una scuola aumentata potrebbe essere una possibilità. La realtà aumentata ci permette grazie alla tecnologia di andare oltre i nostri 5 sensi e di provare le cose che ci circondano con una serie di informazioni aggiuntive. Ciò che viene definito “realtà aumentata” si riferisce non solo agli strati informativi che si sovrappongono, ma anche alla condizione di ibrida mescolanza sempre più presente di comunità e competenze diverse grazie alla possibilità di essere in poche ore in qualsiasi parte del mondo e grazie ai social network che connettono ormai piu di 4 miliardi di persone. Se solo 100 anni fa il problema erano le distanze quasi incolmabili anche se con molto tempo a disposizione, oggi il paradigma si è capovolto. Possiamo essere ovunque ma non abbiamo più il tempo. Una realtà aumentata è una realtà orientata alle scelte e alle azioni di una comunità fatta di identità diverse. E’ una scuola aumentata quella che prepara gli studenti a riconoscere gli strumenti utili a interpretare il futuro per la comunità che lo abita.
Un percorso di laboratori digitali potrebbe andare nella direzione indicata. Laboratori permanenti dedicati allo storytelling e ai nuovi design della conoscenza. La scrittura professionale come strumento per la creazione di contenuti ma anche e soprattutto come metodo di lavoro per trovare una voce unica e specifica di un territorio. La produzione di immagini e video per raccontare attraverso il lavoro, l’imprenditorialità familiare e la comunità. Per riappropriarsi attraverso il racconto finalizzato alla conoscenza di luoghi e storie. Idealmente, il passo successivo alla capacità di raccontare, con strumenti digitali dovrà essere la capacità di aprirsi attraverso nuovi design a un mercato nazionale e internazionale. I media civici sono piattaforme online e riguardano le regole con il quale le comunità si informano, si scambiano opinioni, aggregano le opinioni in istanze operative, votano per mettere in ordine di priorità le loro istanze e confrontano le istanze con i vincoli posti dalla realtà per verificarne la compatibilità per ritornare a generare informazioni e riaprire eventualmente il ciclo. Laboratori di media civici che hanno come obiettivo la produzione di informazioni, documenti e attività rilevanti per la comunità a cui fanno riferimento con dei principi fondamentali per i quali l’informazione può essere considerata di qualità – accuratezza, indipendenza, completezza, legalità – e diventano metodo e algoritmo nel momento in cui la loro responsabile applicazione è richiesta per poter utilizzare le piattaforme che a quel punto sono a pieno titolo media civici. E poi l’utilizzo dei dati. Un percorso laboratoriale sull’intelligenza artificiale e sulla cybersicurezza. Senza trascurare il mondo del lavoro e della sharing economy. Ethos e infos, storytelling civico e infotelling.
L’idea è quella di una specie di nuova dimensione della capacità di pensare e fare le cose insieme. La natura e gli studi entomologi ci insegnano che le comunità sono più intelligenti se la collaborazione è ordinata e rispettosa e se le diversità all’interno sono numerose. Il rispetto e la diversità sono parte dell’intelligenza, sono valori che vogliamo in ognuno di noi. La scuola aumentata di competenze, di nodi e di network è un primo passo per aiutare i ragazzi a riconoscere e interpretare il futuro.