La realtà dei dati è una gigantesca illusione.

Certo i dati sono importanti. Aiutano per capire come stanno le cose. Attraverso le infografiche e le mappe raccontano un sacco di cose. Dicono se i conti di chi governa sono in ordine. Tanto altro. Rappresentano sempre più l’universo, rappresentano cioè un insieme di oggetti che stanno insieme con le regole della fisica. I dati rappresentano alcuni ambiti della nostra esistenza, e li si fermano.

Certo le infografiche con i loro colori, i loro tratti, le loro forme aiutano a farceli digerire meglio ma rimangono dati, magari un po’ colorati ma sempre freddi. E ci uniformano, ci rendono sempre più uguali. Conosciamo sempre più attraverso i dati che non sono interpretabili sono cosi e basta. Nessuna originalità. Nessuna unicità.

Ma c’è altro oltre l’universo, c’è il mondo. Ritornare ai fatti sarebbe importante. Del resto senza fatti non esisterebbero nemmeno i dati. E i fatti sono nostri, non dei dati.

Tornare alla storia senza dati, al racconto che faccia venire un brivido alla schiena del lettore credo sia importante. Le parole sono l’unica cosa che abbiamo.