Perdere la fiducia. Breve post contro lo studio delle fake news.

Ieri ho postato sui social un video di una nuova tecnologia che proietta immagini che letteralmente escono dallo schermo. Babbo Natale mentre si arrampica sulla facciata di una casa. Musica natalizia di sottofondo, commenti di stupore. A bocca aperta, compresa la mia. Poi su Instagram sono arrivati i primi cuoricini,  i commenti, le condivisioni, le solite cose da social. Il video non era mio, l’ho recuperato sul web non ricordo dove. E non ne avevo controllato l’autenticità. Insomma era vero o un fake? E mi è preso il pensiero di aver condiviso un video finto tradendo la fiducia di chi mi segue. La maggior parte persone di cui ho grande fiducia e stima appunto. E allora mi sono chiesto se era giusto essere preoccupati per questo. E la risposta è no. Certo non ho controllato la fonte, non ho approfondito se era un fake: ma mi è venuto spontaneo condividerlo. Con fiducia e con un sorriso. Perché sono sempre più convinto che la verità è relazionale e non razionale. È la verità di reciprocità, di fiducia, di amicizia, di altruismo e di prossimità quella che conta. E allora cosa importa anche fosse stato un video fake. L’ho condiviso perché per la mia esperienza era vero e era una cosa bella da condividere con i prossimi. Alla faccia delle fake news, delle bufale e della post verità di cui non se ne può proprio più. Non se ne può proprio poi soprattutto della discussione che hanno generato. Doversi  preoccupare di condividere una bella cosa, una notizia, un’ emozione non è bello e non ci fa bene. A questo siamo arrivati. E non fa bene all’umanita. E non ci fa nemmeno così bene aver aperto un’agenda di studio e di racconto con post verità e fake news al centro di tutto, spesso troppo al centro della discussione. Certo è utile ma non se sposta l’attenzione, come è successo, solo su quello. C’è bisogno di altro. C’è bisogno di sentirsi miseri e bisognosi l’uno dell’altro. Di prendersi cura. C’è bisogno di gesti semplici, come stringersi la mano guardandosi in faccia. E invece non è così. Mi imbarazzo ancora quando da cristiano a Messa scambio un segno di pace. È un gesto potente, universale, unico, di fratellanza. Fuori da quel contesto succede solo in una comunità primitiva e fondamentale come la famiglia. Altrove raramente. Credo sempre più che solo la santità ci aiuterà. Certo è un tema su cui mi piacerebbe confrontarmi con tutti. Ps: il video era vero.